Il fulminometro è un sistema di rilevamento che ha il compito di localizzare le scariche elettriche tramite una serie di sensori posizionati a terra, sensibili al campo elettromagnetico prodotto dalla corrente del fulmine.
Tali sensori sono costituiti da antenne elettromagnetiche che localizzano e rilevano sia l’attività elettrica all’interno della nube (IC, intracloud) che quella che intercorre tra nube e suolo (CG, cloud-toground).
I segnali derivanti dalla manifestazione dei fulmini vengono inviati ad un centro operativo che ha il compito di raccogliere i dati per calcolare le coordinate geografiche dei punti in cui si sono verificati i fulmini, il momento in cui è avvenuto il fenomeno, nonchè i vari parametri elettrici che caratterizzano ciascun fulmine, ovvero:
- ampiezza di corrente;
- polarità;
- intensità.
Le stazioni di monitoraggio dell’attività elettrica sono costituite da sensori ad altissima frequenza VHF (Very High Frequency, 110-118 MHz) che funzionano mediante il principio dell’interferometro.
La tecnica dell’interferometro consiste nel calcolare le differenze di fase di onde elettromagnetiche ricevute da un sistema costituito da diverse antenne; queste differenze dipendono dalla direzione di provenienza dell’onda, e di conseguenza si riesce a determinare la direzione di provenienza della scarica elettrica.
Poichè in questo modo viene misurata solo la fase della radiazione elettromagnetica ricevuta, la forma d’onda del segnale non influenza la tecnica di rilevamento, che quindi è indipendente da tale parametro.
I sensori ad altra frequenza di cui abbiamo appena parlato sono affiancati da altri che operano invece a bassa frequenza, LF (Low Frequency, 300 Hz – 3 MHz) che localizzano e rilevano le scariche a terra.
Tutti i dati rilevati vengono quindi trasmessi ad un sistema di elaborazione centrale che li acquisisce e localizza le scariche connesse ai fulmini mediante il principio della triangolazione.
La distribuzione delle scariche elettriche viene quindi visualizzata su una mappa che si aggiorna in tempo reale (ex. Blitzortung) o secondo un certo lag temporale (ex. Lampinet dell’AM, agg. ogni 15 minuti). ■
a cura di Stefano Salamanna
Fonti: “Temporali e Tornado” – di P. Randi, G. Formentini, A. Gobbi, A. Griffa