Durante la stagione calda, in genere da maggio a settembre, si sente spesso parlare di caldo afoso oppure torrido, con il quale viene spesso confuso.
Ma qual è allora la differenza tra afa (caldo afoso) e torrido (caldo secco)?
L’afa è una combinazione tra temperatura elevata e umidità alta, il disagio che viene procurato all’organismo umano, da questo mix, viene quantificato tramite un indice detto “indice di calore”, ma ce ne sono anche altri.
In pratica esso fornisce un valore della temperatura “virtuale”, o come spesso viene definita, in maniera impropria “percepita”. Attenzione però che la temperatura percepita in realtà non esiste, e solo un numero che non ha nessun valore oggettivo e non può essere misurato da nessuno strumento.
In realtà si dovrebbe parlare di indice di disagio più che di indice di calore.
Facciamo un esempio: abbiamo sul termometro una temperatura di 35 °C, ma a causa dell’umidità elevata, soffriamo e rischiamo dei malesseri come se ce ne fossero 38 °C.
Questo però non vuol dire che ci sono 38 °C! Quel valore è frutto di un calcolo matematico ma che nella realtà non esiste, e neanche la nostra pelle lo percepisce perché noi sentiamo solo il valore oggettivo, ossia quello rilevato dal termometro.
In linea di massima le condizioni ambientali di afa si fanno sentire prevalentemente a temperature superiori ai 30 °C e con tassi di umidità relativa superiore al 40%, mentre con valori più bassi di umidità si potrà parlare di caldo torrido, ovvero quello secco che non reca fastidio e che molto spesso si accompagna ad un cielo particolarmente blu.
In condizioni di afa, la sudorazione indotta dal nostro metabolismo che serve a mantenere entro certi limiti la temperatura corporea, non riesce ad evaporare nell’ambiente circostante perché già carico di umidità, costringendo in questo modo il nostro corpo ad un eccessivo rialzo termico che può essere assai nocivo per l’organismo; questa condizione può rivelarsi particolarmente pericolosa e può portare al decesso per colpo di calore.
Un caso limite può essere raggiunto con temperature di 36/37 °C e umidità superiori al 90%, va detto però che fortunatamente nella nostra penisola queste condizioni sono rare se non impossibili.
Difatti le temperature possono essere anche superiori ai 37 °C (a volte si raggiungono i 40 °C e oltre) ma i tassi di umidità non vanno mai oltre il 50-60%.
Apriamo una parentesi e facciamo una distinzione tra colpo di calore e colpo di sole: anche se quest’ultimo è altrettanto pericoloso, non raggiunge mai i caratteri di estrema gravità come il colpo di calore; inoltre non è causato dalla forte umidità dell’aria bensì dalla eccessiva esposizione ai raggi solari specie durante le ore centrali della giornata.
A tal proposito, contrariamente a quanto si pensa, i colpi di calore sono indipendenti dalla presenza del sole e anzi uno dei momenti più critici è proprio la notte; infatti anche se di notte le temperature scendono di qualche grado l’umidità tende a salire e quindi l’indice di calore aumenta e con esso il disagio fisico (quante volte iniziamo a sudare maggiormente proprio alle prime luci dell’alba, fateci caso…).
Sopra ho inserito una delle tante tabelle che indicativamente forniscono l’indice di calore di riferimento in base alla temperatura e umidità dell’aria, ed è particolarmente utile per confrontare condizioni di benessere/malessere in situazioni diverse.
Per esempio se il termometro segna 32 °C e l’igrometro (strumento che misura l’umidità) rileva il 60%, l’indice di calore sarà di 38 °C; questo vuol dire che sentiamo molto più caldo di quello reale, addirittura 6 gradi in più! Se invece abbiamo sempre 32 °C e un’umidità del 15%, avvertiremo come se ci fosse una temperatura di 30°C, ossia inferiore a quella reale.
Uno dei rimedi per combattere l’afa è senza dubbio l’uso del condizionatore d’aria, spesso però non si resiste alla tentazione di regolarlo a condizioni molto diverse da quelle ambientali, in modo da provare una forte e immediata sensazione di benessere.
In realtà un condizionatore mal regolato provoca più danni che benefici, nei casi più frequenti reumatalgie e infezioni alle vie respiratorie; a tal proposito è opportuno tenere a mente alcune semplici regole:
- non è l’alta temperatura ambientale a provocare la sensazione afosa, bensì l’alto tasso di umidità o meglio la combinazione dei due fattori; una ricerca americana ha definito ideale un ambiente estivo condizionato con una temperatura di 25-26 °C e umidità intorno al 45 – 50%;
- impostare temperature troppo basse è nocivo per la salute, il corpo umano non sopporta sbalzi eccessivi superiori ai 6-7 °C; chi proviene da temperature sui 32 °C ed entra di colpo in un locale a 20 °C subisce uno sbalzo di ben 12 °C, un’escursione che può provocare anche un collasso;
- la velocità di uscita dell’aria dal condizionatore deve essere molto ridotta, l’ideale sarebbe una “ventilazione indifferente” (come la chiamano i tecnici) pari a 0.18 m/sec; per evitare mal di testa e altri fastidi è comunque importante non superare gli 0.50 m/sec.
Ora che sapete tutto o quasi sull’afa e su come combatterla non mi resta che augurarvi buona estate e grazie per l’attenzione.
a cura di Salvatore Rollo