La configurazione barica attuale vede a livello emisferico un anticiclone polare con massimi al suolo fino a 1050hPa, in realtà un po’ disassato tra l’area canadese e l’estrema zona orientale della Russia.
Al contempo il ramo canadese del Vortice Polare troposferico risulta al momento piuttosto attivo con temperature piuttosto rigide in loco e con piccole ondulazioni che talvolta interessano gli Stati Uniti, ma senza alcun eccesso e con quadro termico che non si discosta granchè dalla media climatica per quelle zone.

Tale situazione si ripercuote indirettamente anche sulle vicende in atlantico, con un flusso oceanico ancora ben attivo e correnti occidentali (westerlies) che dominano la scena, con poca propensione al momento ad ondulazioni particolarmente ampie.
In tale contesto infatti la semipermanente islandese risulta piuttosto presente nella sua zona di competenza, coadiuvata da un getto polare piuttosto teso che, da una parte contribuisce al suo approfondimento, mentre dall’altra attenua le velleità dell’anticiclone azzorriano a particolari sortite verso nord, conferendogli invece un’espansione tipicamente a “cuneo” lungo i paralleli.

Con questa situazione ci aspettiamo quindi un periodo contrassegnato ancora da pattern tipicamente zonali con alternanza di fasi maggiormente anticicloniche (o, se non altro, caratterizzata da valori alti e livellati) e fasi con qualche piccola ondulazione del getto che potrebbe portare di tanto in tanto delle perturbazioni o isolare delle gocce fredde a spasso per il mediterraneo. In tale contesto il quadro termico si manterrebbe generalmente attorno la media climatica del periodo, con le naturali leggere fluttuazioni che ovviamente sono correlate alla tempistica e transito delle eventuali perturbazioni.

In particolare, una goccia fresca figlia di una di queste piccole ondulazioni dovrebbe isolarsi prossimamente (nel week-end 19-20 dicembre) tra Algeria e Tunisia portando qui una fase precipitativa la quale dovrebbe coinvolgere anche l’area tra le Isole maggiori ed i rispettivi Canali; tale goccia nei giorni seguenti farà qualche passo verso est ma poi si colmerà ben presto entro martedì, con qualche effetto sul medio-basso Ionio.

Successivamente si andrà verso una probabile nuova fase anticiclonica che abbraccerà soprattutto le regioni centro-meridionali italiane, con tempo tutto sommato discreto anche se qualche infiltrazione umida potrebbe portare un po’ di nuvolosità soprattutto sul versante occidentale maggiormente esposto, cosi come il nord-Italia potrebbe essere lambito da qualche perturbazione oltralpe che porterà però i suoi effetti maggiormente oltre confine.
Tale tipo di situazione dovrebbe protrarsi fin verso la vigilia natalizia; successivamente un’ondulazione nord-atlantica dovrebbe poi portare una perturbazione a partire dal nord-Italia ma in veloce propagazione poi entro S. Stefano anche al Sud, portando delle precipitazioni sparse. In questo contesto le nevicate saranno ovviamente relegate all’appennino a quote di alta montagna, data la natura dell’aria che non presenterà isoterme lontane dalla media climatica.

A seguire ovviamente la situazione diventa meno predicibile anche se si potrebbe ipotizzare, in linea generale, una certa tendenza all’amplificazione delle onde di Rossby che, dapprima potrebbero portare delle perturbazioni nord-atlantiche un po’ più ficcanti (ma ancora senza ondate fredde vere e proprie) e poi magari qualcosa di più interessante ma non prima del nuovo anno, chiaramente con magnitudo e traiettorie tutte da stabilire, e tenendo sempre presente che a tale distanza temporale il ventaglio di ipotesi va sempre ad aprirsi sempre più. Tale fattore è sempre doveroso ricordarlo!

Comunque a tal proposito crediamo sarebbe opportuno fare qualche considerazione:

  • nel grafico è rappresentato l’andamento di un indice ENSO multivariato (MEI) che descrive le magnitudo rispettivamente delle fasi da ENSO positivo (aree rosse, Nino) ed ENSO negativo (blu, Nina, come quest’anno): si può vedere come siamo in presenza di Nina, ma moderata e non strong come poteva sembrare fino a qualche tempo fa;

  • la mappa rappresenta le anomalie delle temperature oceaniche (SSTA) a livello planetario, ove ovviamente è visibile l’estesa area di anomalie negative sul pacifico equatoriale che appunto caratterizza la Nina; spostando lo sguardo sul vicino atlantico vi sono alcune zone di anomalia negativa sparse sulla parte centro-orientale sulla stessa linea latitudinale all’incirca del Regno Unito.

Questa seconda situazione al momento potrebbe dar manforte al pattern che vede il getto teso in atlantico e quindi scarsamente propenso ad ondulazioni marcate, ma qualora tali anomalie dovessero riassorbirsi o perlomeno essere meno importanti nei prossimi giorni, si potrebbe avanzare l’ipotesi di una maggiore ondulazione delle stesse Rossby con conseguenti maggiori scambi meridiani, situazione che però come detto dovrebbe prendere maggior piede non prima dell’inizio del nuovo mese.

Infine, considerando anche una situazione di Nina moderata, ciò potrebbe far pensare ad un azzorriano che da una parte non dovrebbe discostarsi molto dalla sua zona di competenza, ma dall’altra potrebbe fare qualche sortita giusta lungo i meridiani permettendo quindi azioni artiche sul mediterraneo, la cui dislocazione, magnitudo e tempistica rimangono ovviamente da valutare quando la predicibilità deterministica lo permetterà. ■

a cura di Stefano Salamanna e Guerriero Danieli