Situazione
La configurazione barica attuale in sede europea vede un tipo di tempo zonale con depressioni atlantiche in viaggio da ovest ad est pilotate da una corrente a getto in uscita dal continente americano piuttosto intensa e distesa lungo i paralleli, soggetta quindi a scarse ondulazioni.
Pertanto anche l’anticiclone delle Azzorre risulta al momento piuttosto schiacciato tra le proprie zone di competenza, quindi piuttosto disteso tra le zone dell’Africa nord-occidentale ed il vicino Oceano, proprio al di sotto del jet-stream che invece contribuisce allo scorrere delle depressioni a nord.

Se poniamo l’attenzione all’intero emisfero nord troviamo un anticiclone polare (al suolo) con massimi di circa 1040 hPa ed il lobo principale del Vortice Polare dislocato soprattutto in area euro-asiatica; l’anticiclone delle Aleutine proverà ad elevarsi lungo i meridiani anche se con molta probabilità la circolazione zonale avrà la meglio con nuove depressioni in transito tra Siberia e Canada.

 Evoluzione 

Primo step
Nella parte iniziale della nuova settimana un’ondulazione della corrente a getto polare in area est-atlantica provocherà il transito di un cavo d’onda sull’Europa centrale e successivamente sud-orientale, con l’azzorriano che farà una sortita verso nord, pur tuttavia non trattandosi di un’elevazione importante e duratura, bensì temporanea e con “cresta” dell’onda tutto sommato modesta, tale però da pilotare anche sull’Italia (soprattutto orientale) un nucleo di aria polare marittima/scandinava in movimento verso Sud.

In tale situazione avremo quindi un sensibile calo termico con un temporaneo ritorno di un clima freddo tra martedì e mercoledì soprattutto sulle regioni adriatiche, anche se in realtà piuttosto secco ed in regime di tempo tutto sommato discreto, tuttavia soprattutto nella parte iniziale potremmo avere alcuni fenomeni occasionali (non diffusi quindi) sulle zone del basso adriatico, quindi la Puglia.
In considerazione del calo termico che va a prospettarsi l’eventuale quota neve andrà a calare fino alle zone collinari/murgiane, mentre più in basso è lecito aspettarsi al più episodi di gragnola, durante i rovesci più intensi.

Va infatti rimarcato come, a differenza della scorsa volta in cui la massa d’aria in arrivo era di natura artico-continentale, in questo caso sarà di tipo polare marittimo (in parte di estrazione scandinava, in un secondo momento), pertanto con caratteristiche differenti rispetto alla prima: più fredda in alta quota in media troposfera (500hPa), con bassi valori di geopotenziale, e relativamente meno fredda nei bassi strati, poichè il maggior percorso marino che è costretta a compiere durante il suo tragitto, inevitabilmente porterà a riscaldarla un po’ dal basso.
E’ altresì vero che in tale situazione potrebbe esserne incentivata la convezione con moti verticali più pronunciati e conseguente instabilità, che nei fenomeni più importanti potrebbe portare qualcosa di misto anche più in basso, anche se come detto parliamo sempre di pochi fenomeni.

Secondo step
Nella seconda parte della settimana le condizioni andranno ristabilendosi con una rapida cessazione del flusso freddo che invece lascerà il posto ad un respiro decisamente più temperato oceanico, grazie ad una nuova distensione lungo i paralleli dell’Anticiclone delle Azzorre che riporterà un’impennata termica soprattutto in quota, ed in particolare sulle regioni centro-meridionali italiane.

Ci attendiamo quindi 2-3 giorni con un tempo generalmente buono e temperature ben sopra la media del periodo, anche se poi già nel prossimo week-end un nuovo piccolo cavo d’onda potrebbe riportare una perturbazione con peggioramento a partire dalle zone occidentali, con traiettoria e dinamica ovviamente però da definire, la quale inciderà anche sull’andamento termico, che comunque dovrebbe ripresentare un graduale rientro verso valori più vicini alla media.

Terzo step (lungo termine)
Qui ovviamente andiamo nel campo delle ipotesi e come sappiamo la predicibilità a livello deterministico va a calare notevolmente. Possiamo però fare qualche considerazione a livello generale analizzando qualche indice teleconnettivo.

In questo caso ci occuperemo della Madden Julian Oscillation, ovvero un’indice che descrive l’intensità e la dislocazione della convezione equatoriale nell’area tra l’Oceano Indiano e quello Pacifico; ogni fase è associata quindi al luogo in cui si manifesta tale convezione e la relativa intensità alla magnitudo della stessa.

Andiamo a vedere le previsioni, su base GFS, di questo indice teleconnettivo, mediante il diagramma RMM suddiviso per le varie fasi ed in cui viene plottata la previsione per i giorni successivi con le relative ensembles; più ci si allontana dal cerchio, maggiore è l’intensità e l’importanza di tale indice.

Secondo tali previsioni, nel prossimo periodo tale indice viaggerà tra la fase 6 e fase 7 (ovvero maggiore convezione tra il nord-est dell’Australia ed il Pacifico più occidentale), che potrebbe (sottolineamo il potrebbe!) avere qualche ripercussione anche nell’ambito del pattern configurativo a livello Europeo, secondo le seguenti mappe per Febbraio, considerato anche il periodo di Nina:

Tali mappe rappresentano le anomalie di geopotenziale a 500 hPa rispetto alla media climatica 1981-2010; aree con gradazioni azzurre/blu corrispondono a quelle negative, viceversa quelle arancio/rosse a quelle positive.

Ebbene, riguardo il comparto europeo, per la fase 6 potremmo avere anomalie ben positive nell’area tra Regno Unito e vicino Oceano, anomalie molto negative nell’area dell’Est Europeo, con l’Italia un po’ nel limbo ma con qualcosa di debolmente negativo sul settore più orientale.
Riguardo la fase 7, avremo anomalie negative generalizzate per buona parte del mediterraneo occidentale, compresa l’Italia, ed anomalie positive in pieno Oceano atlantico.

Per cui nel primo caso ci si potrebbe aspettare una tendenza a maggiori ingerenze da est sul lato orientale italico con qualche ondulazione fredda su queste zone ed ovviamente sull’Europa sud-orientale, dove sarebbero più intense; allo stesso tempo una maggior protezione anticiclonica sulle zone occidentali.
Nel secondo caso invece ci si potrebbe aspettare un interessamento diretto soprattutto del mediterraneo centro-occidentale e quindi buona parte d’Italia, con un sotto-media diffuso ed ondate fredde più incisive a livello nazionale.

Il forecast dell’indice MJO rappresentato in quel diagramma vede una previsione al “limite” tra le due suddette fasi, e la prevalenza di una o l’altra si potrà valutare solo nel corso dei prossimi giorni. Optando per una via di mezzo tra le due, ciò potrebbe far pensare ad una certa probabilità di verifica di ondate fredde principalmente sul comparto orientale italiano.

Ad ogni modo, e ciò va sempre rimarcato e sottolineato, si tratta di ipotesi basate sempre su metodi sperimentali quali sono le tendenze basate su indici teleconnettivi, tenendo sempre presente che questi ultimi, specie se presi singolarmente, non è detto poi abbiano la necessaria influenza e le suddette ripercussioni in area mediterranea.

Possiamo dire che, a livello generale per il nord emisfero e consultando anche le code di alcune corse modellistiche a livello deterministico, si possono intravedere alcune potenzialità per il mese a venire che potrebbero portare interessanti ondulazioni meridiane. Come sempre ne riparleremo. ■

a cura di Stefano Salamanna